lunedì 15 giugno 2015

Italia: terra di approdo, terra di passaggio

Risposta collettiva per tutti quelli che scrivono, dicono e pensano: "perché non ospiti i profughi a casa tua, eh?". 

A rispondere dal suo profilo Facebook è Cecilia Strada, figlia di Gino Strada, fondatore di Emergency
A chiare lettere e senza mezzi termini scrive: "E perché dovrei ospitarmi a casa mia? Vivo in una società e pago le tasse. Pago le tasse così non devo allestire una sala operatoria in cucina quando mia madre sta male. Pago le tasse e non devo costruire una scuola in ripostiglio per dare un'istruzione ai miei figli".


E continua: "Pago le tasse e non mi compro un'autobotte per spegnere gli incendi. E pago le tasse per aiutare chi ha bisogno. Ospitare un profugo in casa è gentilezza, carità. Creare, anche con le mie tasse, un sistema di accoglienza dignitoso è giustizia. Mi piace la gentilezza, ma preferisco la giustizia".

Aggiungiamo noi: ci stiamo chiedendo come mai tutti questi migranti sono solo di passaggio e NON vogliono fermarsi in Italia, ma proseguire verso altri Paesi d'Europa? C'è da esserne contenti o c'è da pensare a quanto il nostro paese sia -contrariamente alla sua

venerdì 5 giugno 2015

terra bruciata

Ieri la Giunta Regionale ha deliberato sui confini delle 18 nuove UTI e in (ex) provincia di Pordenone l'unico Comune a non vedere accolte le sue richieste di inclusione in una UTI diversa da quella coincidente con l'Ambito è stato... rullo di tamburi... FIUME VENETO!

Molti si stanno chiedendo cosa avremo mai fatto di male per non essere riusciti a convincere la Giunta Regionale a includerci nell'UTI del Noncello, come richiesto in una zoppicante e stramba delibera a firma del Sincaco Vaccher (del tipo "vogliamo entrare nella grande UTI unica e -se proprio non si può- ci va bene anche andare con Pordenone..."), impallinata poi dalle opposizioni unite con una lettera diretta alla presidente Serracchiani.

Si preannuncia una estate calda per l'Amministrazione Fiumana che aveva puntato tutte le sue attenzioni sul conurbamento di Pordenone, sperando-pensando-programmando di diventarne satellite a tutti gli effetti, ma che oggi come oggi (mancano ancora 2 passi formali alla conferma dei confini delle UTI) si ritrova unica inascoltata della provincia.

Quello che ci sta più preoccupando in queste ore come opposizione che fin da subito si era dichiarata, certamente con dei legittimi interrogativi sul futuro assetto, comunque allineata alle scelte della Giunta Serracchiani, riguarda il possibile logoramento dei rapporti con le altre Amministrazioni dell'UTI del Sile.

Un logoramento causato dalle parole dette e ripetute più volte di fronte a politici, tecnici