sabato 18 aprile 2015

UTI, ovvero stare con i più meglio

La riforma delle UTI è stata al centro dei Consigli Comunali del 1 e del 16 aprile.

Il primo era stato richiesto in forma aperta dalle opposizioni per discutere pubblicamente e il secondo è stato necessario per ratificare le scelte che ci coinvolgeranno per i prossimi 10 anni. Infatti la riforma regionale prevede il superamento delle Province e la costituzione delle Unioni Territoriali Intercomunali (UTI) nelle quali si riverseranno molte delle funzioni attualmente svolte dai singoli comuni (come ufficio ragioneria, uffici tributi, pianificazione territoriale, gestione del personale ecc.) e che verranno gestite da un unico centro operativo.

Si tratta di un intervento riformatore di ampio respiro e di volontà innovativa e semplificatrice, che si propone di realizzare un sistema equilibrato che contemperi efficienza, efficacia e contenimento della spesa, semplificazione istituzionale e valorizzazione dell'autonomia locale.

I nuovi soggetti, le Unioni Territoriali Intercomunali, che sono dotate di personalità giuridica, sono chiamate a gestire funzioni attualmente comunali, provinciali e regionali, nonché quelle delle sopprimende Comunità Montane. Per la gestione associata di funzioni comunali si sono distinte due modalità: su una serie rilevante di funzioni l'Unione ha potere deliberativo e gestionale, mentre su altre i poteri decisionali restano in capo agli organi dei Comuni, ma le funzioni gestionali sono svolte dagli uffici dell'Unione. 

La scelta è sicuramente complessa e, come sempre capita con una riforma, non è ancora
chiaro come opereranno i nuovi uffici. La Regione ha proposto per la provincia di Pordenone 5 UTI con Fiume compresa nell’UTI del Sile (Azzano, Chions, Fiume, Pasiano, Prata, Pravisdomini e Zoppola). I consigli comunali sono chiamati entro il 20 aprile a confermare o a proporre una diversa scelta. 

L'Amministrazione di Fiume Veneto ha deliberato per una UTI unica che ricalcasse le dimensioni dell'intera provincia ed in subordine l'adesione all'UTI di Pordenone. Tale doppia scelta dell'Amministrazione è dovuta al semplice fatto che sull'UTI unica provinciale non c'è unanimità e quindi è un'idea che ha sin da subito il fiato corto e poche speranze di
esser accettata dalla Regione. 
L'Amministrazione ha quindi presentato, come “piano B”, l'adesione all'UTI del Noncello (Pordenone, Cordenons, Porcia, Roveredo e San Quirino); anche tale scelta, essendo difforme da quella proposta dalla legge, deve poi essere sottoposta all'apporvazione regionale.


Il dibattito si è quindi svolto sulla scelta tra Pordenone e Azzano
Il sindaco ha presentato una serie di argomenti, che sono apparsi più stiracchiati piuttosto che convincenti, ma i due concetti fondamentali espressi dalla maggioranza si possono sintetizzare in:
  • personale degli uffici più qualificati anche in virtù di una pratica maggiore di temi complessi;
  • maggiori possibilità di crescita con un comune capofila importante come Pordenone.
Le opposizioni si sono trovate tutte unite invece nel difendere il mantenimento dell'UTI del Sile con cui già condividiamo l'ambito socio-sanitario. 
La scelta viene fatta in principal modo per difendere il lavoro fatto in questi anni per far funzionare a dovere il distretto sanitario e non disperdere il bagaglio di esperienze accumulato. Appare poi evidente che il cambio di ambito comporta nell'immediato tutta una serie di disfunzioni dovuto allo spostamento dell'area di Pordenone ma soprattutto il passaggio ad un ambito con un numero di utenti doppio comporterà un disagio nella fornitura del servizio, solo un ingenuo può pensare che servire 50.000 persone sia lo stesso che servirne 100.000! Lo stesso discorso vale per i servizi erogati dai vari uffici comunali che dovranno essere accentrati, la scelta di Pordenone rischia di portare via tutti gli uffici da Fiume lasciandoci solo uno sportello con ben poche funzioni.

Gli interventi che abbiamo tenuto in Consiglio come rappresentanti del Partito Democratico, sottolineavano invece come fosse del tutto erroneo ritenere di poter crescere solo con un UTI grande. 

Il vice Sindaco, in particolare, sosteneva che la scelta di rimanere con Azzano fosse una scelta con poche prospettive che ci condannerebbe alla mediocrità
Piuttosto è vero il contrario: solo con paesi di dimensioni analoghe alla nostra possiamo fare progetti che siano più adatti alle nostre specifiche esigenze, crede davvero la Giunta di Fiume che saremmo alla pari in una UTI dove a Pordenone, Porcia e Cordenons la legge riconosce un potere maggiore? Non rischiamo invece di rassegnarci ad essere un nuovo quartire di Pordenone perdendo importanza?

Infine un paio di note riguardo alla qualità del servizio offerto dagli uffici comunali. 
Ci sono, è vero, delle funzioni che un UTI piccola non riesce a svolgere come l'ufficio dell'avvocatura o quello di progettazione europea ma abbiamo ritenuto che questi, insieme al centro unico di spesa, debbano essere unificati a livello regionale per dare evidente efficacia. L'assunto poi che il personale di Pordenone sia più competente, oltre che ad essere ingeneroso con il personale di Fiume, è viziato dal fatto che la complessità del lavoro di Pordenone non riguarda comunque Fiume Veneto che ha problematiche e dinamiche sicuramente diverse da quelle di un capoluogo di Provincia.

Insomma abbiamo difeso con solide argomentazioni l'unione con i comuni del Sile, la maggioranza ha ritenuto invece di richiedere alla Regione il passaggio all'UTI del Noncello. La parola quindi passa a Trieste dove nei prossimi 45 giorni verrà definito il nostro destino.

In fase di dichiarazione di voto, il gruppo del Partito Democratico ha ancora una volta fatto pesare il suo senso di responsabilità. Infatti, riassumendo le argomentazioni scaturite dopo un lungo lavoro svolto nel circolo, ha comunque ribadito che saremmo stati in prima fila a lavorare per far funzionare l'UTI a prescindere da quale essa sia per far crescere le nostre realtà e limitare al massimo i disagi che un cambiamento di tale portata possa procurare. Lo spirito della legge approvata dalla Giunta Serracchiani di accorpare piccole realtà per farli contare di più e per razionalizzare, e conseguentemente migliorare, i servizi al cittadino ci convince. Su questo il nostro impegno non mancherà.

i Consiglieri Comunali PD

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