martedì 24 settembre 2013

questa è democrazia, baby!

H. Bogart nel film: L'ultima minaccia
Parlare di Partito Democratico in questo periodo è diventato scomodo. In realtà lo è da qualche anno, forse da quando è crollato il sistema di blocchi di potere e i partiti sono diventati -per usare un eufemismo- fluidi, ... liquidi, una società raccontata cosi bene da Zygmunt Bauman,  da cui si sviluppano e che vorrebbero tenere sotto controllo.

Nel periodo del tanto temuto ed atteso Congresso del Partito Democratico, la ricaduta di tensioni e schieramenti coinvolge tutto e tutti quelli che hanno investito idee, passione ed energie nella politica attiva.

E' da qualche tempo che c'è qualcuno che da "dietro le quinte" cerca di soffiare sulle scintille, per cercare di creare un fuoco purificatore/distruttivo, pensando poi di andare a ricostruire sulle ceneri rimaste qualcosa di più confacente a se, alle sue idee, ai suoi amici.

Questi modi, queste manovre, queste abitudini non sono sicuramente quelle corrette ed allontanano dalla politica i giovani e quei cittadini che da poco si sono avvicinati o riavvicinati alla politica attiva.

A Fiume Veneto la democrazia è viva. Avere avuto 5 candidati sindaci e centinaia di persone candidate come consiglieri comunali, non è sicuramente un aspetto negativo (come molti pensano). E' sicuramente indice di

una mancanza di idee forti, della caduta dei grandi schieramenti contrapposti per decenni e -per fortuna- anche della fine di vaga sensazione di "voto di scambio" dovuto a quei pezzi grossi della politica con le radici nel paese.

Non dobbiamo perciò stupirci o infastidirci -al di là degli scoop giornalistici alimentati da pseudosoffiate estive- se all'interno dei partiti (tutti e senza esclusioni) esiste un dibattito, talune volte anche acceso, per capire come muoversi rispetto ad una società in constante cambiamento e che sta affrontando una crisi strutturale.

Certo sarebbe apparentemente bello essere tutti sempre e profondamente daccordo sulle idee e sulla loro applicazione pratica, essere daccordo sui rappresentanti, sui segretari, sui candidati,... ma per fortuna la libertà di cui ancora godiamo, ci rende ancora diversi e unici.

Occorre accantonare i nostri tornaconti personali -che non è più il tempo- e fare un passo in avanti deciso verso un nuovo modo di fare politica, almeno a livello locale dove spesso e purtroppo, prima degli ideali vengono le soluzioni concrete ai problemi quotidiani!

E a chi rimarrà dispiaciuto di come stanno cambiando gli equilibri, risponderemo parafrasando Bogart: questa è la democrazia, bellezza!